Il tuo sito non riceve abbastanza visite e vuoi sapere come migliorarne i contenuti? Ecco per te una semplice guida per spiegarti come e cosa significa scrivere per i motori di ricerca. Non temere, non ci saranno tecnicismi ma solo un’infarinatura generale delle principali nozioni che dovresti conoscere.
Cos’è la SEO
Prima di iniziare, ti ricordiamo brevemente cos’è la SEO:. è l’acronimo di Search Engine Optimization, che tradotto significa ottimizzazione per il motore di ricerca, affinché una pagina del sito appaia tra i primi risultati della SERP (Search Engine Results Page). I motori di ricerca possono essere infatti considerati come delle librerie che, invece dei libri, contengono le informazioni su pagine e siti web. Quando l’utente fa una ricerca online, il motore analizza tutti i dati delle pagine per fornire i risultati più inerenti alla domanda. La SEO serve a dimostrare al motore di ricerca che la tua pagina è inerente a quanto ricercato e quindi la fa apparire nella in cima alla SERP, facendo sì che l’utente la veda tra i primi risultati.
Scrittura SEO significato
Scrivere in ottica SEO significa scrivere in modo da soddisfare i motori di ricerca e gli utenti. Sul web ci sono tantissimi contenuti inerenti a qualsiasi argomento, perciò potrebbe risultare difficile comparire nelle prime pagine della SERP. Per questo motivo, lo scopo principale di un Content Editor deve essere quello di creare contenuti esaustivi e di valore, scegliendo in maniera adeguata le keyword da inserire all’interno dell’articolo. Creare un contenuto di alta qualità ti permetterà, infatti, di ottenere un buon posizionamento nelle prime pagine dei motori di ricerca. Google in particolare è molto attento alla user experience e alla pertinenza dei risultati trovati in correlazione alla parola cercata.
Scrittura SEO: da dove cominciare
Ho compilato una guida di 6 step per aiutarti a capire da dove iniziare e come creare un buon contenuto in ottica Seo.
1. KEYWORD RESEARCH
Iniziamo dallo step più importante: la ricerca delle keywords (parole chiave). In questa fase è essenziale scegliere parole che siano rilevanti e verso le quali gli utenti mostrano più interesse. L’obiettivo di questa fase è quello di individuare, attraverso le keyword, argomenti interessanti da trattare sul proprio sito.
Prima di mostrarti come si trovano le parole chiave, parliamo delle due tipologie di termini che vengono immessi nella barra di ricerca, ovvero la short e long tail:
- short tail: composte da una o due parole, presentano un alto volume di ricerca ma solitamente anche un’alta competizione.
- long tail: frasi lunghe caratterizzate da più parole. Il volume di ricerca è nettamente più basso rispetto al primo, ma c’è meno concorrenza e un maggiore tasso di conversione (percentuale di utenti che possono diventare potenziali clienti).
Al giorno d’oggi, l’utente si è evoluto e compie ricerche intelligenti, ponendo vere e proprie domande nella query e non più inserendo solo una o due parole. Per questo motivo, la scelta delle long tail potrebbe essere la migliore, soprattutto se abbiamo avviato da poco il nostro business, poiché ci permette di ottenere un target profilato con un alto tasso di conversione e di avere minore concorrenza nell’utilizzo della keyword scelta. Contrariamente, quando il nostro business ha già un buon posizionamento, si può ricorrere all’uso delle short tail in modo tale da aumentare il volume di ricerca.
2. STRUMENTI
È arrivato il momento di trovare la keyword che fa al caso nostro. Per aiutarti nella ricerca, puoi avvalerti di diversi strumenti. Ecco i più utilizzati:
- Google ADS – (gratuito)
- Uber Suggest di Neil Patel – (gratuito)
- Semrush – (a pagamento)
- SeoZoom – (a pagamento)
I valori che ci interessano per trovare la nostra parola chiave sono il volume di ricerca e la keyword difficulty.
Il volume di ricerca misura la media delle ricerche mensili che vengono effettuate per quella parola. Questo ti permette di farti un’idea sulla quantità di traffico che la tua pagina potrebbe ricevere utilizzando quella parola chiave.
La keyword difficulty, o KD, è il parametro utilizzato per valutare la competizione di una parola chiave e della sua complessità.
Per elaborare queste metriche vengono presi in considerazioni diversi parametri in base ai diversi algoritmi:
- numero di risultati per il termine cercato
- metriche SEO dei domini posizionati tra i primi risultati della SERP
- numero di backlink (collegamento che altri siti concedono verso il nostro) nel
le URL posizionate
Vediamo adesso gli step per scegliere le parole chiave nella pratica.
Per prima cosa, cercale parole relative alla tua attività su Google e guarda i suggerimenti che vengono associati a quel termine. Successivamente, vai su Google Ads o uno degli altri strumenti suggeriti e controllane il volume di ricerca. Infine, calcola la keyword difficulty utilizzando gli strumenti a pagamento di SEO Zoom o SEM Rush oppure quello gratuito della Moz Toolbar (disponibile solo per Google Chrome), sommando tutte le PA e le DA delle prime due pagine della SERP. La KD ti mostrerà il livello di difficoltà comparato ai tuoi competitor. Per competitor non si intendono quelli della tua attività, ma coloro che competono con te per la keyword di interesse. Se la tua KD ha un valore inferiore ai 35 allora puoi lavorarci su, altrimenti lascia perdere, a meno che non lavori su un sito con un’Authority molto alta.
3. INTENTO DI RICERCA
Dopo aver trovato le keywords più adatte, è bene capire quale sia lo scopo degli utenti quando cercano quella parola. Questo passaggio ti aiuta a trovare il formato corretto da adoperare per il tuo contenuto.
Ecco i principali aspetti a cui tener conto:
- Tipo di contenuto: ti offre le informazioni di come deve essere impostato il tuo lavoro (es: blog post, video o landing page).
- Formato del contenuto: ti mostra come strutturare il tuo contenuto basandoti sugli articoli meglio posizionati nella SERP (es: guide, liste o elenchi).
- Angolo del contenuto: analizza le prospettive di ricerca degli articoli già esistenti (es: per principianti, fai da te).
Cerca su Google la parola o la frase di tuo interesse e vedi quali sono i primi tre risultati meglio posizionati. Analizza gli aspetti sopra elencati e prendi spunto per i tuoi contenuti. Questo può aiutarti a evitare un’alta frequenza di rimbalzo, cioè la percentuale di visitatori che abbandonano un sito web dopo averlo visualizzato una sola volta senza aver interagito con esso. Se infatti l’utente clicca su un link e abbandona la pagina subito dopo senza aver interagito, il motore di ricerca recepisce che il risultato non corrisponde all’intento dell’utente e dunque non si posiziona tra i primi risultati della SERP. L’ideale è tenere al minimo la frequenza di rimbalzo e allo stesso tempo aumentare i tassi di conversione del sito.
4. DEFINISCI GLI ARGOMENTI
Una volta compreso come impostare il tuo lavoro, passiamo alla ricerca dei temi da affrontare. Per fare ciò bisogna sempre prendere in considerazione i primi risultati della SERP. È importante esaminare e valutare il lavoro dei tuoi competitor per comprendere al meglio quali siano gli argomenti a cui gli utenti sono interessati maggiormente.
Scopri come fare utilizzando questi tre metodi:
- Esamina gli heading: titoli e sottotitoli utilizzati dai competitor ti daranno un’idea per capire quello che di cui devi scrivere.
- Controlla la PAA box (people also ask): quando inserisci una parola nello spazio di ricerca controlla quello che ti appare tra ‘le persone hanno chiesto anche’ in modo da avere un’idea di quello che gli utenti vogliono sapere.
- Trova punti in comune: guarda le keyword per cui si posizionano i tuoi competitor e valuta quali sono gli aspetti che li accomunano.
5. DELINEA LA STRUTTURA
Prima di passare al contenuto vero e proprio, dobbiamo impostare la struttura del nostro lavoro. Apri un documento vuoto dell’editor di testo che desideri utilizzare e inizia a scrivere il titolo e i sottotitoli degli argomenti che vorresti trattare. Parti dalle informazioni più importanti, cioè quelle che ritieni più rilevanti per l’utente, per poi aggiungere quelle meno essenziali, che fungono da contenuti aggiuntivi.
6. ELABORA IL CONTENUTO
Arrivato a questo punto, dovresti aver sistemato le parti più importanti per quanto riguarda l’ottimizzazione della pagina o del sito. Non ti resta che occuparti del testo vero e proprio.
Ti elencherò qui sotto gli aspetti che è bene tenere a mente quando si scrive. Inoltre, ti darò qualche consiglio su come sfruttare la Seo on-page (ovvero l’ottimizzazione degli elementi presenti nella pagina) e migliorare la user experience.
1. SCRITTURA
- Devi conoscere l’argomento che vuoi trattare e il pubblico a cui vuoi rivolgerti. Se non hai le informazioni necessarie o il vocabolario richiesto, prima di iniziare è bene che tu faccia delle ricerche approfondite. In questo modo trasmetterai fiducia al lettore che valuterà il tuo testo affidabile e sarà più propenso a visitare nuovamente il tuo sito.
- Stabilisci il livello di comprensione del tuo target e adeguane i termini in modo che il messaggio venga recepito.
- Ricordati che stai scrivendo per delle persone e non dei robot, quindi elabora il testo in maniera naturale.
- Aggiungi qualcosa di unico al testo, qualcosa che dia un valore in più al tuo elaborato rispetto a ciò che è già presente online.
2. SCRITTURA SEO ON-PAGE
- La keyword deve apparire nel meta title, che è quello poi visualizzato nella SERP;
- Segui la regola One-to-One: una Keyword per un articolo, insomma cerca di non usarla più di una volta
- Inserire la keyword nel paragrafo introduttivo
- Deve essere presente nel titolo (H1) e sottotitolo (H2, H3 etc.)
- L’articolo deve aver lungo minimo 300 parole (preferibilmente 600) spazi esclusi
- L’immagine in evidenza deve contenere la keyword sia nel titolo che nel testo alternativo
- Inserisci link interni e link esterni
- Inserisci keyword nella meta descrizione visibile solo nella SERP
Se utilizzi WordPress, ci sono due strumenti gratuiti che possono aiutarti a sviluppare la SEO on page: Yoast SEO e Rank Math
3. LEGGIBILITÀ
- Il contenuto deve essere semplice e comprensibile in modo da poter essere compreso da chiunque;
- Utilizza la forma attiva delle frasi. FORMA ATTIVA: Paolo va a comprare il pane. FORMA PASSIVA: Il pane è stato comprato da Paolo;
- Cerca di non ripetere gli stessi termini in successione, usa dei sinonimi;
- Cerca di scrivere paragrafi brevi;
- Inserisci un sottotitolo all’incirca ogni 300 parole;
- Non scrivere frasi troppo lunghe (intorno alle 20 parole), utilizza molti punti;
- Usa parole di transizione come perché, così, mentre, perciò, piuttosto, forse, probabilmente etc;
CONCLUSIONI
In conclusione, ti ricordiamo che le regole Seo non garantiscono di finire tra i primi risultati, ma ne aumentano le possibilità. Questo perché nessuno sa davvero come funziona l’algoritmo di Google o degli altri motori di ricerca. I metodi di cui abbiamo parlato in questa guida ti aiuteranno a ottenere una maggiore visibilità e ad aumentarne il traffico. Nonostante ciò, è fondamentale che tu sappia creare dei buoni contenuti che siano utili all’utente e rispondano alle loro domande.
Donatela Gjonaj